domenica 5 giugno 2011

30/05/2011: Basentana Express (pt.2)

(SEGUE DA QUI)

Come detto, il viaggio non si è propriamente concluso nel deposito di Taranto la sera del 29 Maggio. Questo perchè il binomio Puglia-Basilicata ha sempre molto da raccontare, molto da svelare, dalla dimensione pseudo-metropolitana di una città come Bari alla disarmante bellezza di Matera, dalle bianche pareti di Gravina ai trulli di Alberobello. Senza dimenticarsi la lontana figura del Vulture e gli spigoli calcarei che feriscono enormi mari verdi, uniti in una bizzarra interazione.


Particolarità che spingono a gettarsi verso l'esplorazione, verso la conoscenza di un mondo dalle mille analogie con quello nostrano eppure, in fin dei conti, così lontano idealmente.
L'occasione di dedicare un giorno alla scoperta del mondo delle Ferrovie Appulo Lucane, con un breve "ripasso" in casa Ferrovie Sud-Est, si rivelerà in seguito un viaggio alla scoperta non solo delle caratteristiche prettamente ferroviarie dei nostri "cugini" (c'è da ricordare che le FAL discendono, come le Ferrovie della Calabria, dalla scissione nel 1991 delle ormai mitologiche Ferrovie Calabro-Lucane), ma anche dell'essenza stessa di due regioni così vicine e così differenti. O almeno in parte..


Il viaggio del 30 giugno comincia alle 6.50, quando le sveglie mia e di Francesco suonano praticamente all'unisono. Dopo un'ora, il treno 1116 partirà dalla stazione di Statte, direzione Bari Centrale. Perderlo non è una condizione ammessa, dato che oltretutto la Bari - Taranto FSE verrà chiusa per tutta la giornata nel tratto Noci - Alberobello, con ovvi disagi ai passeggeri. Una rapida colazione e via, ma la calma usata per prepararsi purtroppo non ha tenuto conto della pressochè totale ignoranza su...come uscire dal bed&breakfast! Dopo aver risolto il "rebus", in ormai evidente ritardo rispetto alla tabella di marcia, con bagagli appresso si percorre tutta via Bainsizza, la via centrale di Statte, praticamente correndo. Col treno in partenza alle 7.54, alle 7.49 riusciamo a giungere in stazione. Il tempo di prendere i biglietti che l'ATR220.018 sbuca dalla curva lato Taranto.
L'aria condizionata all'interno del PESA ci fa pian piano riprendere, mentre dopo aver fatto sosta a Crispiano ci si comincia ad inerpicare verso la Valle d'Itria. Più si va avanti, più il treno si riempie, complice anche il fatto già menzionato dell'essere questo l'ultimo treno da Martina Franca per Bari prima dell'interruzione di servizio. Dal finestrino scorre il classico (e bellissimo) paesaggio della Puglia centrale, tra innumerevoli trulli e muretti a secco, "conditi" con abbondanti uliveti. Dopo la prolungata sosta a Putignano, si va diretti verso Mungivacca, stazione porta del nodo di Bari FSE. Entriamo in quest'ultima affiancando il cimitero di rotabili presente sulla linea per Putignano via Casamassima, ci fermiamo per poi ripartire e rimanere per circa 5 minuti fermi alla protezione di Bari Sud Est, principale impianto tecnico delle FSE. Qui la sosta dura pochissimo, e dopo giusto un paio di minuti entriamo nella immensa Bari Centrale.

Trulli in zona Alberobello

Bari Centrale FSE

L'ATR220.018 fermo a Bari Centrale

Dopo l'arrivo in casa FSE, si percorre l'intero sottopassaggio per arrivare nel piazzale esterno alla monumentale stazione barese, per poi puntare dritti al particolare fabbricato viaggiatori della stazione FAL che, assieme a quello FNB (Ferrovie Nord Barese, o Ferrotramviaria), sembra quasi quello di un cinema..
Dopo una rapida verifica agli orari, ci si reca al piano binari, dove termina la linea da Matera con due binari tronchi sotto una lunga tettoia. La visione che ci si presenta è al limite dello scioccante: ben 6 automotrici M4.350 pronte in partenza con sezioni rispettivamente per Gravina, Matera e Toritto. Roba sicuramente "mai esistita" nelle nostre zone, tanto da provocare un serio sconforto in Francesco. Di contro, però, ci si mette l'apertura non proprio esemplare del personale FAL barese verso chiunque abbia una macchina fotografica al collo, tenendo ben presente al primo momento utile il tanto paventato divieto di fotografare in stazione. Per il quale, ancora oggi, attendiamo riscontro legislativo.

Sestupla di M4 sotto la tettoia di Bari Centrale...

...ed in linea, nei pressi di Bari Scalo

Il viaggio comincia nell'automotrice di testa, dove appare subito inutile chiedere di poter ammirare la linea dalla privilegiata posizione della cabina di guida. Ci "accontentiamo" dei finestrini, in un treno che già brulica di gente. Nonostante i 6 pezzi e l'ora non esattamente di punta, infatti, le 6 automotrici viaggiano piuttosto piene. Dopo aver passato Bari Scalo e l'immenso deposito (nel quale troviamo anche il pezzo unico AMS.801), si comincia a scorazzare verso la periferia di Bari. Piccola sosta al Policlinico e poi dritti verso Modugno, in affiancamento alla Bari - Taranto RFI. Nella piccola ma ben tenuta stazione di Modugno scende una buona fetta di utenza, lasciandoci così più liberi di abbassare finestrini a più non posso.
A Toritto sganciamo il binato di coda, il quale prenderà servizio poco dopo su Bari. Nel frattempo, con Francesco passiamo nel binato intermedio (che diventerà di coda fino ad Altamura), dove rimarremo fino a Matera. Il viaggio prosegue a considerevole velocità in una linea pressochè rettilinea, tanto da non sembrare per nulla a scartamento ridotto. Ad Altamura, dopo qualche zig-zag tra saltuarie colline, avviene lo sgancio anche del binato per Gravina, lasciando alla nostra M4.353 assieme alla "gemella" 354 l'incarico di condurci a Matera.

In arrivo a Toritto

In linea verso Altamura

M4.353 ad Altamura

Pochi minuti dopo la partenza del binato per Gravina, viene data anche a noi la via libera. Puntiamo quindi sulla sinistra, scavalcando la linea FS Gioia del Colle - Rocchetta S.A.L. e quindi affiancando per un paio di chilometri sia quest'ultima che la Altamura - Avigliano - Potenza, ottenendo così un particolarissimo tratto con ben 3 linee ferroviarie affiancate. Una decisa curva in salita ci introduce quindi verso Matera, presentandoci poco dopo la stazione di Marinella, unica munita di ACEI della linea Altamura - Matera (dove funzionano ancora gli Apparati Centrali a Filo), dove incrociamo la M4.303 diretta a Bari. Il treno intanto corre tra le dolci colline della Murgia Materana, mentre transitiamo a tutta velocità dalla stazione di Venusio, alla quale segue poco dopo la vista del Parco Commerciale Venusio, segno che ormai Matera è vicina..
Poco prima di Matera Villalongo passiamo in mezzo al deposito FAL, dove da un lato sono ricoverate alcune rimorchiate Breda serie 1000 (di cui alcune modificate come quelle incontrate a Potenza Inferiore), mentre dall'altro giacciono due carcasse di LM4.600, riconoscibili ormai solo per la loro forma. Entriamo così a Matera Villalongo, col suo nuovo e modernissimo fabbricato viaggiatori, "varco" che dichiara l'entrata a Matera. Ci si aggira attorno alla città, passando anche la ex fermata del Mercato Ortofrutticolo, per poi entrare nel tunnel che, dopo qualche minuto, termina nella stazione sotterranea di Matera Centrale.

Incrocio con la M4.303 a Marinella

In corsa dopo Villalongo, Francesco riprende..

Scorcio di Matera Centrale FAL

Il "biglietto da visita" rappresentato dalla stazione di Matera Centrale non è dei migliori per questa città, ma in fondo basta risalire in superficie per trovare tutt'altra visuale. Dopo aver assistito al transito verso Altamura di una M4.300 attrezzata di stranissimi sensori sul tetto, sicuramente per calcolare l'ingombro dei convogli Stadler di nuova ordinazione, saliamo e ci accoglie subito la vecchia stazione FCL, mantenuta in perfetto stato, ma poi basta dirigersi in avanti per un centinaio di metri lungo via Roma per ritrovarsi in Piazza Vittorio Veneto, pieno centro di Matera, presso cui vi è anche una balconata che regala una vista a dir poco spettacolare sull'intera area dei Sassi. Un'area di cui non c'è bisogno di presentazioni, dichiarata Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO data l'unicità delle abitazioni e delle chiese, completamente scavate a mano nel tufo, che contornano questa insenatura della Gravina. Il poco tempo a disposizione non permette di visitare meglio la zona, cosa che rimandiamo al prossimo futuro.
Nell'ora che ci separa dalla ripartenza per Altamura, decidiamo di pranzare. Individuiamo così la Trattoria Lucana, a pochi passi dalla piazza, dove entriamo e mangiamo velocemente un ottimo pranzo locale. Qualche ora dopo, sentendo mio padre, verrò a sapere che siamo capitati del tutto casualmente in uno dei migliori ristoranti della città dei Sassi. Il palato approva..

Matera Centrale FCL

Piazza Vittorio Veneto

Scorcio dei Sassi di Matera

Le 14:20 ormai si avvicinavano inesorabili, e a malincuore era ormai ora di tornare nel "bunker" di Matera Centrale. Dopo aver timbrato i biglietti, scendiamo al livello binari, venendo accolti quasi subito dal treno proveniente da Bari, lo stesso che pochi minuti dopo ci riporterà indietro ad Altamura. Non si viaggia poi pienissimi, ma la brevità del percorso non fa di ciò un dato importante. Dopo una mezz'oretta giungiamo di nuovo ad Altamura, dove il nostro treno viene agganciato in coda a quello per Bari, mentre sul binario 2 viene effettuata l'operazione inversa con un treno da 5 pezzi proveniente da Bari, il quale se ne riparte con M4.300 e due rimorchi carichi di studenti per Gravina, mentre su Matera ci finisce una semplice doppia di altre M4.300.
Ora attendiamo il nostro "direttone" Bari - Potenza, il quale arriva lentamente nella stazione di Altamura circa mezz'ora dopo, con una M4.300 ancora in assetto originale in testa (cosa che ci fa sentire tremendamente a casa). Anche questo treno è "sezionato", secondo un modello d'esercizio che sembra ben consolidato, rendendo molto duro il lavoro della manovratrice altamurana.
Una volta partito il treno per Matera, saliamo a bordo. Comincia così la "traversata" su Gravina, dove però ci accoglie un'inaspettata sorpresa: il nostro treno non prosegue su Potenza, ma bensì veniamo indirizzati sulla M4.314 che proseguirà eccezionalmente per Potenza, ma con un "collega" al traino: il possente LM4.602, in trasferimento dopo aver effettuato il treno diserbante (con tanto di carrozza storica d'appoggio).
Nota di colore a Gravina, la manovra pressochè perfetta del macchinista alla guida della M4.313, il quale nel portare la 313 in testa al treno che ci ha accompagnato da Altamura, entra a grande velocità sul binario occupato per poi accostarsi con precisione millimetrica tramite una frenata perfetta all'automotrice "originale". Roba da standing ovation!

Rimorchio pilota, in livrea "intermedia", in coda al treno per Gravina, ad Altamura

L'M4.300 presa per il breve percorso Altamura - Gravina

LM4.602 con una cisterna e la carrozza storica d'appoggio a Gravina

Partiamo 15 minuti dopo da Gravina con l'LM4 appresso, cosa che regala un "colpo d'occhio" assolutamente particolare. La presenza possente del rosso locomotore infatti sembra quasi una sorta di "protezione" per la piccola M4, che tuttavia se lo tira come niente fosse.
Si cambia completamente film fin dall'uscita della stazione di Gravina, dove con due secche curve si impegna e si disimpegna il particolare viadotto sulla Gravina, per poi girare attorno al paese fornendo una visuale dello stesso davvero privilegiata. La linea da Gravina ad Avigliano è senza dubbio la più bella e spettacolare dell'intera rete FAL, decisamente lontana dai lunghi e monotoni rettifili della Bari - Matera, con continui saliscendi e controcurve nati per assecondare la particolare orografia di questa zona. La linea corre lontana dai centri abitati, cosa che permette di assistere a panorami dominati da sterminate distese di verde, interrotte ogni tanto da campi di grano ricolmi di balle di fieno. Scorrono anche stazioni ormai diroccate come Acerenza, Pellicciari e Irsina, o qualcuna ancora ben tenuta come Taccone, Genzano, Pietragalla.
Dopo oltre un'ora praticamente immersi nella natura, all'orizzonte si comincia a scorgere il piccolo fabbricato della stazione di Avigliano Lucania. Ritorno alla civiltà..

Scorcio di Gravina in Puglia dalla linea ferroviaria

Paesaggio in zona Taccone

Tra i boschi di Acerenza..

In arrivo ad Avigliano Lucania

Da Genzano, nel frattempo, cominciamo a chiacchierare col personale del treno, e in particolare col macchinista Marco, simpaticissimo ragazzo con cui cominciamo a scambiare qualche impressione sulle nostre ferrovie, comprese le tante analogie e tante differenze tra le Ferrovie Appulo Lucane e le nostre Ferrovie della Calabria. Sempre grazie a Marco cominciamo a conoscere un pò meglio il mondo delle Appulo-Lucane, tra l'organizzazione del personale e le caratteristiche dei mezzi, oltre che qualche cenno alle linee ed ai servizi. Da notare come prima dell'arrivo ad Avigliano, dato l'anticipo di qualche minuto sulla tabella di marcia, lo stesso Marco rallenta in linea per farci immortalare la stazione di Avigliano Lucania "dall'alto", stazione nella quale giungiamo poco dopo, approfittando per qualche foto in attesa del treno incrociante per Avigliano Città, espletato dalla gloriosa M2.205 ancora originale (seppur graffitata), una delle ultime rimaste in servizio sui binari appulo-lucani.

La stazione di Avigliano Lucania, in comune tra FS e FAL

LM4.602 con M4.314

La M2.205 pronta a partire per Avigliano Città

Una volta giunta la Breda col suo temibile rombo, ci viene data via libera e l'LM4.602 mette in campo tutti i suoi 1000 cavalli, trainando la piccola M4 in una maniera impressionante. Ci viene concesso di viaggiare in cabina nel tratto tecnicamente più interessante della linea, quello che va da Avigliano Lucania a Potenza Santa Maria: su questa tratta infatti circolano sulla stessa sede sia i treni FS che i treni FAL, grazie all'interposizione di una terza rotaia che forma così il doppio scartamento (950 e 1435mm). E' ormai uno dei pochi, se non l'unico, esempi di questo tipo ancora attivi in Italia. Su questa tratta i treni FAL viaggiano in rango A (velocità massima 70 km/h), e si incontrano le fermate di Tiera e Potenza Macchia Romana, con in più il Posto di Movimento Tiera in cui sono possibili gli incroci sia per i treni FAL che per quelli FS, con l'impianto composto da 3 binari (uno solo FAL, uno solo FS e uno, quello di transito, in comune).
Poco prima della stazione di Potenza Santa Maria, parallela a quella FS di Potenza Superiore, vi è il punto in cui termina il doppio scartamento, e dove in generale comincia il tratto urbano potentino della linea Appulo-Lucana.

Appena partiti da Avigliano Lucania

Posto di Movimento Tiera

Il segnale a candeliere del P.M. Tiera

Da Potenza Santa Maria a Potenza Inferiore è un susseguirsi di scorci della bella Potenza visitata già il giorno prima, purtroppo la fine del viaggio si fa vicina. Per Francesco il tempo a disposizione è poco, dato che per tornare a Roma in tempo sarà costretto a prendere il bus sostitutivo delle 18:20 per Salerno, e da lì l'Eurostar fino a Roma. Per me invece, ancora più di un'ora prima di prendere il Napoli - Taranto e poi il Milano - Crotone, con cambio a Metaponto.
Arriviamo in orario a Potenza Inferiore Scalo, tempo degli ultimi saluti con Francesco, mentre Marco mi propone di restare con lui e rientrare in deposito, per poi chiedere al titolare dell'impianto se fosse possibile effettuare una veloce visita dell'ampio deposito potentino.
Rientriamo così lentamente in deposito, sganciamo l'LM4 e riforniamo la 314, che viene così ricoverata in rimessa per riprendere servizio il giorno dopo. Le luci del sole ormai sono un vano ricordo per una Potenza che si prepara alla sera, e dopo un salto presso l'ufficio del Capodeposito Marco mi comunica che la rimessa presso cui sosta la FCL.402, pezzo forte dell'impianto potentino, è chiusa, ma in alternativa posso comunque girare un pò. E' il tempo dei saluti anche con lui, davvero esemplare in gentilezza e professionalità, un esempio di come sui giovani si possa contare ampiamente.
Prima di tornare verso Potenza Centrale, un'occhiata al deposito, alla "cuginastra" M1.11 e al materiale mestamente accantonato in deposito, tra cui la M2.204, le rimorchiate di cui parlammo nel precedente post e uno strano carrello di servizio.

Deposito di Potenza, ore 18:50

La M2.204

Un particolarissimo carrello di servizio

E' ora di tornare a casa. Percorro i 500 metri che separano la stazione FAL da quella FS con quel solito mezzo sorriso di chi ha passato due giornate piene di tutto ciò che doveva esserci ma si ritrova a dover dichiarare chiuso un altro viaggio, chiusa un'altra pagina.
In stazione, inizialmente preoccupa un pò il ritardo di quasi mezz'ora del mio regionale, cosa che fa rischiare la coincidenza metapontina per tornare a casa. Poco male, dato che anche il 615 ha circa mezz'ora di ritardo..
Mi viene riservata però un'ultima sorpresa: in testa al mio regionale ecco la E633.109 in livrea originale, in doppia simmetrica con un'altra "consorella" in XMPR, con intercalate 3 carrozze MDVC. Mi accomodo, posto al finestrino dal lato sinistro (come è ormai tradizione), bottiglietta d'acqua vicino e via, un'ora lungo la Basentana. Ne approfitto per schiacciare un pisolino, tentando di far passare un viaggio che, con le luci del giorno ormai scomparse, non riserva nessuna visione particolare.

Fanali nel buio per la E633.109 a Metaponto

Arriviamo in una Metaponto imponente e deserta, in cui le due 633 fanno un baccano considerevole. Mentre girovago attorno alla 109, noto con piacere che sul mio treno farà servizio un capotreno di mia conoscenza, che vado immediatamente a salutare. Tanto per smentire la sua comprovata generosità, mi prega di accomodarmi in prima classe nonostante il biglietto di seconda..
Accomodatomi in una impeccabile Z1, semideserta, mi sistemo a dovere per un viaggio di due ore e mezza piene, durante il quale ne approfitto per tirare le somme di una due giorni così piena.
Intanto scorrono Policoro (col solito nodo alla gola che sale), Rocca Imperiale, Sibari, Corigliano con un silenzio davvero impressionante. Le curve di Madonna di Mare, in riva ad uno Jonio illuminato dalle luci del pontile d'attracco della Montedison, annunciano l'imminente arrivo nella stazione di Cirò. Sono le 23.35, e il Basentana Express termina ufficialmente la sua corsa.
E non è l'ultima, che sia chiaro a tutti.


Fine delle trasmissioni.

3 commenti:

Roberto Troiano A.T. ha detto...

Complimenti, bellissimo racconto, vi è lo stesso entusiasmo che nutro per le ferrovie in questa città. Credo che una combinazione di sporadici tra LM4 ed E633 in livrea originale sia quasi una profezia! L'ultimo di tale portata furono le doppio piano con il 646 sul 3469.

Admin ha detto...

Addirittura vetture 2P sulla Metaponto-Battipagliaa??? :O pazzescoo!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Vi segnalo, se vi interessa, un blog da me creato sulle ferrovie meridionali: http://ferroviedelmeridione.blogspot.com/

Grazie
Giovanni!